sabato 7 giugno 2014

Percorso di Massaggio Infantile AIMI e Yoga per le Neo-Mamme




L'arrivo di un bimbo nel proprio nucleo familiare è indubbiamente una benedizione, un evento lieto ma non scevro di difficoltà per la neo-mamma. Ad esempio quella di ritrovarsi d'un colpo con una nuova, grande responsabilità che si scontra con l'inevitabile inesperienza di chi, per la prima volta, si trova a dover dare il massimo, noncurante della stanchezza che si accumula giorno dopo giorno. Ciò può causare stress, nella madre così come nel bambino. Prendersi cura di sé e allo stesso tempo del proprio bimbo diviene un'esigenza, più che una possibilità. Distaccarsi dalla quotidianità per ritagliarsi un angolo di benessere diviene una sfida.




Il Percorso di Massaggio Infantile AIMI e Yoga per le Neo-Mamme si pone come valido strumento per far fronte a questa necessità. Coadiuvata dall'esperienza della Dott.ssa Marzia Tomaselli dell'Associazione Chicchi di Melograno e dell'insegnante yoga Giovanna Buda di Pranava Giarre, la neo-mamma imparerà a valorizzare alcuni aspetti della sua relazione col bimbo in modo che, alla fine del percorso, sarà in grado di prendersi cura del suo nuovo tesoro, oltre che di se stessa. Durante il massaggio c’è un grande scambio di amore e calore umano e si nutre il bambino di sensazioni positive che sono la premessa di un comportamento positivo, di autostima che lascia il bambino libero di esprimere le proprie emozioni.






È auspicabile il coinvolgimento del padre: il bambino saprà distinguere attraverso il tocco diverso le due figure genitoriali che in effetti sono diverse ma ugualmente amorevoli.






Le partecipanti che già conoscono lo Yoga, saranno a loro agio nel ritrovare alcune pratiche già note. Le mamme che non hanno mai fatto esperienza dello Yoga, scopriranno con piacere quanto sia appagante prendersi cura di sé e porranno le basi, se vorranno, per la pratica individuale.
Alcuni degli obiettivi del Percorso di Massaggio Infantile AIMI e Yoga per le Neo-Mamme.
Per il bambino:
  • favorire il suo benessere, ad esempio con il rilassamento;
  • prevenire e dare sollievo al disagio delle coliche gassose;
  • affrontare i disturbi del ritmo sonno-veglia;
  • far sentire il bimbo aperto, sostenuto ed amato;
  • rafforzare la relazione e il legame genitore-bambino.
Per la mamma:
  • lavorare sull'addome, che nel post parto si presenta molle e flaccido, per tonificarlo, contrastare paura e insicurezza e costruire l'autoaffermazione nel ruolo di neo-mamma;
  • scaricare, tonificare e rinforzare la zona delle spalle (assieme alle braccia) per imparare a sostenere al meglio il bambino man mano che cresce, senza sbilanciare la schiena;
  • ridare forza e tono alla zona del perineo che, durante i nove mesi, si è rilassata;
  • lavorare sul rilassamento profondo per rigenerarsi ed essere più serene e appagate, contrastando la stanchezza cronica causata dalle notte insonni.
 I posti sono limitati quindi è necessario dare al più presto la conferma. Visita il sito http://www.pranava.it/
Per informazioni e prenotazioni contattaci al 3460922183

lunedì 26 maggio 2014

50% di SCONTO su Corso Pre-parto e Corso Movimento in Gravidanza

CORSO PRE-PARTO E CORSO MOVIMENTO IN GRAVIDANZA:
DUE CORSI AL PREZZO DI UNO!!



Il corso preparto è un corso pensato appositamente per le future mamme come te, per accompagnarti e donarti serenità grazie alle informazioni che apprenderai e che ti faranno vivere ancora più consapevolmente e intensamente i meravigliosi mesi della gestazione.8 incontri gestiti da un'educatrice perinatale ed insegnante di movimento in gravidanza aiutano la donna a trovare una forza e una consapevolezza nuove.
Spronano ad acquisire una grande fiducia, aiutano a vivere questa bellissima esperienza con lucidità e con un atteggiamento di ascolto di sé.
Non mancheranno momenti di esercizio fisico, respirazione per travaglio e parto, canto Leboyer, e rilassamento.

A partire dalla 13a settimana di gestazione e per tutta la durata della gravidanza
.
Il corpo della donna che accoglie, crea e accompagna una nuova vita è la massima espressione della più antica capacità creativa.











I cambiamenti fisiologici la gravidanza influenzano lo stato fisico, le cui alterazioni più evidenti sono:
la postura, il peso, l’equilibrio, la flessibilità, il tono muscolare, la respirazione ed il livello di energia.

















Il movimento è uno dei modi per migliorare il benessere psicofisico in gravidanza. Il riconoscimento della sua validità ha radici molto antiche: nel mondo occidentale i greci avevano messo a punto uno speciale programma di esercizi per la gravidanza.

Il movimento in gravidanza serve perché:
È stato dimostrato che il movimento in gravidanza:
  • incoraggia la consapevolezza aumenta la flessibilità e la tonicità
  • migliora la circolazione e la respirazione
  • aumenta il livello di energia
  • previene e rilassa dolori scheletro-muscolari
  • previene i più comuni disturbi
  • permette di raggiungere un buon rilassamento
  • migliora il sonno
  • offre radicamento (grounding) fisico emotivo
  • sviluppa risorse per gestire le sensazioni e il dolore in travaglio
  • facilita le posizioni che si potrebbero adottare durante il travaglio
  • riduce in modo significativo l’intensità del mal di schiena
  • riduce il rischio di diabete gestazionale
  • riduce lo stato d’ansia e l’alternanza di umori
  • non induce ipertermia nella madre
  • non influisce sul peso del feto
  • non riduce la crescita ed il volume della placenta
  • non c’è correlazione tra movimento/esercizi e di stress fetale e frequenza del battito cardiaco fetale dopo gli esercizi
  • non induce il travaglio anzi previene il rischio di parti prematuri
  • non pospone l’inizio del travaglio
  • aumenta il tono e migliora le competenze di gestione per il travaglio -riduce il tempo del travaglio e la percezione dolorosa
  • riduce, significativamente, il numero delle donne che partoriscono con taglio cesareo
  • non cambia la quantità e la composizione del latte materno.
  • In ultima analisi, è stato dimostrato che il movimento e gli esercizi in gravidanza riducono sintomi somatici, ansia ed insonnia e promuovono un buon livello di benessere psicologico.
Secondo l’EBM (Evidence Based Medicine) il movimento in gravidanza ha una classificazione di tipo A ed è quindi da incoraggiare attivamente.
Le donne che frequentano un corso allattano più precocemente, in modo esclusivo e per più tempo; inoltre sono a minor rischio di ricorrere ad un taglio cesareo, sono a minor rischio di ripetere un cesareo, richiedono meno frequentemente l’utilizzo di analgesici preferendo utilizzare altre strategie (movimento, massaggio, sostegno emotivo, voce, rilassamento, acqua, …).


Il corso avrà un costo complessivo di 160.00 euro invece di 320.00!!
APPROFITTANE!!


per info e prenotazioni chiamare  3460922183

CORSI DISPONIBILI










lunedì 12 maggio 2014

Corso Massaggio Infantile presso il centro Yoga Pranava - Giarre

Grazie al  CSVE, all'Assessore Piera Bonaccorsi e alla Dott.ssa Giovanna Buda il nostro corso gratuito è stato reso possibile.
Ecco a voi qualche foto, spero che queste immagini possano tramettere un pò dell'Amore che si è diffuso in sala in questi due primi incontri...
<3















mercoledì 23 aprile 2014

Corsi gratuiti!!!

Grazie al sostegno del CSVE e con il patrocinio dell'Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Giarre,
l'Associazione Chicchi di Melograno vi offrirà i corsi di:
- Allattamento al Seno secondo le indicazioni OMS/UNICEF
- Corso di Massaggio Infantile AIMI.

I corsi saranno tenuti rispettivamente da:
Dott.ssa Rosellina Cosentino, Consulente sull'Allattamento IBCLC 
Dott.ssa Marzia Tomaselli, Insegnante di massaggio AIMI

Il corso sull'Allattamento si svolgerà presso i locali dell'Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Giarre sabato 10 maggio e avrà la durata di 4 ore circa. E' rivolto a donne in gravidanza o con bimbi nati da poco.
Sono disponibili 10 posti.

Il corso di Massaggio infantile avrà luogo presso il Centro Yoga Pranava di Giarre nei giorni 5, 12, 19, 26 e avrà la durata di 90 minuti circa ad incontro. E' rivolto a famiglie con bimbi fino ai 9 mesi
Sono disponibili 7 posti.


I CORSI SONO G R A T U I T I !!!!



Per info e prenotazioni:
3460922183
chicchidimelograno@gmail.com
https://www.facebook.com/pages/Chicchi-di-Melograno/381699701933527


venerdì 28 febbraio 2014

Latte versato

Latte versato

Tratto dal sito http://unamammagreen.com/

Cosa vorrei dire a una madre che inizia ad allattare (e a quella che ha scelto di non farlo)
allattamentoQuesto post è stato pensato alle 4 di mattina, mentre ero sdraiata a letto accanto a mio figlio che poppava. Un letto vuoto, a parte noi due, in seguito a una discussione notturna con il genitore maschio sul tema latte, nanna e dintorni. Mentre inseguivo un sonno che non sarebbe più tornato, ho pensato a quello che avrei voluto sentirmi dire in questi lunghi mesi di  allattamento al seno, emozionanti e atroci, distruttivi ed esaltanti. A quello che avrei voluto sentire ma in pochi mi hanno detto, e non sempre nel modo giusto. A quello che direi io alla mamma di un figlio appena nato.
Prima di tutto, non è colpa tua. Non è colpa tua se l’allattamento non va per il verso giusto, se tuo figlio cresce troppo o troppo poco. Se tuo figlio non dorme abbastanza o piange troppo. Non è tua la colpa se vuole stare sempre al seno, se rifiuta il ciuccio, se non vuole saperne del biberon. Non è colpa tua se si addormenta solo ciucciando, se passano i mesi e tuo figlio non vuole staccarsi dal seno. Non è una colpa, al contrario, decidere di non allattare, non è una colpa arrendersi al dolore, al sangue, al mal di schiena, alla frustrazione di una poppata che non funziona bene. Alla stanchezza mortifera. Non è una colpa decidere di non volerci neanche provare. Non è una colpa, semplicemente, stabilire che il latte artificiale è la soluzione migliore per te e per tuo figlio. Non è una colpa allattare per pochi mesi o per qualche anno. Non è colpa tua.
Documentati, leggi, informati. E poi decidi in autonomia. Non permettere che altri, neanche il padre di tuo figlio, ti dicano cosa fare. Ascolta il tuo corpo e il tuo cervello, segui il tuo istinto. Quello materno, ma anche (e forse soprattutto), quello di sopravvivenza. Non fare paragoni con le altre madri e con i loro figli. Cerca di comunicare con il tuo bambino e saprai cosa fare.
Passerà. Qualunque difficoltà tu stia vivendo o ti troverai ad affrontare, ricordati sempre che passerà. Le fredde notti insonni non dureranno per sempre. Il dolore al seno, per quanto lancinante, scomparirà tra poco senza lasciare traccia. Il letto matrimoniale ritornerà presto ad essere tale, la fame e la sete si spegneranno. Il tuo corpo tornerà ad essere normale. Normale e tuo. Il tuo bambino non sarà un poppante per sempre.
L’allattamento è una cosa naturale, ma questo non vuol dire che sia facile. Anche le pestilenze sono naturali, come lo sono le doglie e il mal di denti. Anche morire è una cosa naturale.
Il dolore fisico, in molti casi, può essere prevenuto informandosi bene. Chiedi aiuto a chi ha già esperienza, purché sia una persona che ti conosce bene e di cui ti fidi. La Lega del Latte è un ottimo supporto, ma non è la depositaria della verità assoluta (come nessun altro, del resto).
Qualunque sia la tua scelta – seno, formula, una via di mezzo tra le due, allattamento breve o prolungato, cosleeping – troverai chi ti dirà che l’hai compiuta per egoismo, che hai deciso di percorrere la strada più “comoda”. Fregatene. Tu sai, eccome se lo sai, che la verità è un’altra.
Tuo figlio starà bene. In ogni caso. Amalo, passa del tempo con lui, goditi il tempo insieme a lui. E lui starà bene.
allattamento1Per quanto mi riguarda, allattare al seno non è stata una vera e propria decisione, nel senso che non mi sono mai neanche chiesta se non fosse per caso preferibile rinunciarvi. Istintivamente, ho sentito che la mia strada era quella. Questo però non ha reso le cose sempre facili, soprattutto a causa di consigli non richiesti, interferenze, giudizi sommari. Espressi, tra l’altro, quasi sempre da donne che non hanno mai allattato (e magari che non sono neanche madri).
Prima che partorissi, ad esempio, la parola d’ordine era incoraggiamento. Al grido di frasi come “Spero che tu riesca ad allattare, io ho avuto due figli e non ci sono riuscita!” oppure “Le ragadi sono insopportabili, io sanguinavo come una fontana, allattavo e piangevo”. Quando è nato mio figlio, l’iniezione di fiducia e di ottimismo ha raggiunto picchi grotteschi. La mia compagna di stanza in ospedale, al terzo parto, si vantava ad alta voce di quanto fosse bravo suo figlio a poppare, di quanto le sue tette si prestassero anatomicamente ad allattare, di quanto latte avesse a sole 24 ore dal cesareo. Nel letto accanto, nel frattempo, io ero in lacrime perché Davide faticava ad attaccarsi e perché non c’erano segnali della montata lattea.
Poi, decollato l’allattamento, sono arrivate le cosiddette coliche. Estenuanti e interminabili. E lì le mie incoraggianti congeneri si sono davvero superate. Per qualcuna mio figlio piangeva perché non avevo abbastanza latte, per qualcun’altra invece ne avevo troppo, oppure era indigesto. In ogni caso, la causa di tanta disperazione era nelle mie tette, e nella mia caparbietà nel continuare ad offrirle al mio bambino. Passate le coliche, è stata la volta della nanna (“Se non dorme tutta la notte è solo colpa delle tette, dagli il biberon!”), e poi dello svezzamento: quando Davide ha compiuto 4 mesi è iniziato il coro dei “Non sarebbe ora di svezzarlo? Gli stai dando almeno la frutta? Se aspetti troppo avrà problemi con il cucchiaino! E poi arriverà l’estate, farà troppo caldo (!) per dargli da mangiare”. Avviato lo svezzamento, per altro con una facilità imbarazzante, le argomentazioni non si sono esaurite. Da qualche mese il leitmotiv ruota intorno al fatto che Davide-ormai-è-grande, se non gli levi il seno adesso non ci riuscirai più, così tuo figlio diventa un “mammone”, un imbranato, un maniaco sessuale. Come se allattare un bambino di un anno, tra l’altro soltanto di notte, e solo quando lui reclama il seno piangendo disperato (non sono mai io a offrirglielo) equivalesse a una castrazione chimica.
Posso solo immaginare cosa debba sopportare una madre che non allatta.
Fortuna che ho avuto accanto anche madri empatiche e rispettose. Discrete e compassionevoli. Peccato che in molti casi si trattasse di donne conosciute da poco, fisicamente lontane, a volte mai incontrate di persona. Le ringrazio con tutto il cuore: senza di voi non ce l’avrei fatta. O forse sì, ma mi sarei sentita ancora più sola.

You can stop the cicle




Tu puoi interrompere questo circolo vizioso

L'alto contatto trasmesso

Pian piano, arriveremo anche noi a far giocare i nostri figli "ad alto contatto" 

Il massaggio dell'addome

Tra i tanti benefici apportati dal massaggio del neonato oggi parliamo del “sollievo”. Infatti il massaggio dell’addome è dimostrato che apporti benefici nell’alleviare il dolore delle coliche gassose, tonificando il tratto digestivo e aiutando il transito di aria e feci. Una semplice gestualità che aiuta bimbi e genitori nell’affrontare questi momenti. Durante i corsi AIMI gli insegnanti forniscono indicazioni ai genitori su come massaggiare l’addome e viene mostrata anche una sequenza specifica di massaggio per prevenire e alleviare le coliche.

Rallentiamo un pò...


Rallenta mamma......
Rallenta mamma, non c’è bisogno di correre;
rallenta mamma, qual è il problema?
Rallenta mamma, concediti una tazza di caffè;
rallenta mamma, vieni e stai un po’ con me.......
Rallenta, mamma, mettiamoci gli stivali
e andiamo a fare una passeggiata…
Raccogliamo le foglie, sorridiamo, ridiamo, parliamo.
Rallenta mamma, sembri così stanca,
vieni, accoccoliamoci sotto le coperte,
riposa insieme a me.
Rallenta mamma, quei piatti sporchi possono aspettare;
rallenta mamma, dai divertiamoci, facciamo una torta!
Rallenta mamma, lo so che lavori tanto
ma a volte, mamma,
è bello quando semplicemente ti fermi per un po’.
Siediti con noi un minuto,
ascolta com’è andata la nostra giornata,
trascorri con noi qualche momento in allegria,
perché la nostra infanzia non rallenterà!
di R. Mark Knight

venerdì 24 gennaio 2014

lettera di un padre a una figlia

Ho trovato su internet una lettera di Andrea Melis a sua figlia Matilde, vi prego, leggetela.

" Le parole non nascono per caso. I nomi non nascono per caso. Attendere. Quanto sono profonde le cose lo capisci solo quando ti manca il fiato. Come trascorrere 
nove mesi ad attendere tua figlia. Dolce attesa. Anche quando è amara. Piena di preoccupazioni, paure, ostacoli, sfide. E' dolce l'arrivo, ma questo lo capisci solo quando lo raggiungi. E' dolce guardare quell'esserino che ti sembra impossibile sia stato davvero per nove mesi dentro quella pancia, e che ha rappresentato il punto di domanda più grande della tua vita.

E poi ti ritrovi con la risposta tra le mani: ricordo il respiro che ti allargava il petto, fragile e invincibile allo stesso tempo, come la vita, Matilde. I tuoi polmoni che si gonfiavano come un palloncino pronto a scoppiare. Eri nata da un minuto e piangevi con una bolla di saliva in bocca, Matilde.Quando ti ho cantato la canzoncina che io e tua madre ti sussurravamo attraverso la pancia, quel miracolo che tanti mi avevano descritto è accaduto davvero: hai smesso di piangere. E il mio cuore si è fermato. Qualcuno ha detto che non contano i respiri che fai nella vita, ma gli attimi in cui ti manca il fiato. Quanto fosse vera e meravigliosa qulla frase l'ho scoperta quel giorno: la profondità. Nove mesi passati a guardarti dentro. Un tempo interminabile per chi attende risposte dalla vita. Per chi fino al giorno prima sbuffava davanti a un semaforo rosso, per chi si spazientiva in fila alla cassa di un fast food, o allo sportello di una banca.

Per chi è cresciuto in quest'epoca che brama la velocità delle connessioni, dei ritmi di vita, dei rapporti umani, nove mesi ad attendere sembravano un tempo irragionevole. Ma la natura si è arroccata, per fortuna, e si tiene stretta almeno la fortezza della vita, e chi se ne frega di tutto il resto. Le cose importanti richiedono tempo. Ecco la cosa che mi hai insegnato ancor prima di nascere: le cose belle meritano tempo.
Nove mesi contro sette minuti. Quei sette minuti infiniti, quando il tuo cuore ha rallentato troppo, e fuori da quella pancia i medici correvano, c'era agitazione e il mio mondo ha rischiato di crollare. Sette minuti. Ho fatto tanti viaggi nella vita e tanti ancora mi auguro di farne. Ma nessun sarà lungo come quei due metri di corridoio che ho percorso avanti e indietro per chilometri mentre preparavano la sala operatoria.

"Stiamo iniziando a operare. Appena la stiamo per tirare fuori ti facciamo entrare"

Mai mi ero sentito un viaggiatore così solitario con dentro il cuore la paura di chi azzarda in un colpo solo di giocarsi tutto: la coppia di donne più belle e importanti della sua esistenza. Madre e figlia. Magari il rischio non era scientifico, per i dottori, ma cosa c'è di più vero delle paure nel nostro cuore? Poi finalmente mi hanno detto che potevo entrare. E mi hanno intimato di non guardare il campo operatorio.

Me l'hanno raccomandato tutti. Mi rimbombava in testa. Non guardare mai lì. Ma io ho guardato. E' stata la cosa più tremenda della mia vita ma sono felice di averlo fatto. Perché altrimenti non avrei mai capito cosa vuol dire essere madre. Cosa vuol dire essere figlio. E quindi cosa vuol dire diventare padre. Cosa vuol dire la vita. L'ennesimo abisso che ho toccato in questa avventura, profondo tanto da togliere il fiato, era dentro il ventre aperto di mia moglie.Io che giravo la testa davanti a una ferita, e avevo paura di non riuscire a medicare nemmeno ilcordone ombelicale, ho tenuto la mano di mia moglie per tutto il tempo, fino all'ultimo punto di sutura, e mi sono inginocchiato a baciarle quel braccio disteso e intubato come davanti a una Madonna in croce. Nove mesi e un istante: per capire che di così grande come la nascita non c'è nient'altro. Solo la morte. E così le due parentesi dell'esistenza per un attimo me le sono trovate accanto, con intorno tutta la scienza dell'uomo, secoli di studi e freddezza, bisturi e visi sconosciuti, e quando ci pensi l'indomani capisci che anche quello è uno dei tanti volti dell'amore, anche se il più truce.

E poi vedere il trionfo della vita. Con alle spalle tutto quel sangue e quella paura, quando la tua piccola bocca si è poggiata sul seno di tua madre per la prima volta, e le vostre vite si sono intrecciate per sempre, con la leggerezza delle nuvole che si incontrano nel cielo. E il dubbio che io fossi nato al solo scopo di godere di quel momento è diventata una certezza. Attendere. Significa anche mantenere fede a una promessa, a un debito. Significa anche dedicarsi, applicarsi in qualcosa. Significa anche volgere l'attenzione, considerare. Fare da attendente. Per tutta la vita saremo genitori di Matilde che oggi ha tre anni ed è una piccola donna.

Ora che la sua vitalità agita la casa e colora le nostre giornate, io vado due volte la settimana ad immergermi nel silenzio del mare, per non perdere il contatto con la profondità.Rilassati, dice il mio istruttore, pensa a cose belle.

E io penso a mia figlia.

Che l'altro giorno mi ha detto:

"Papà tu sei uno "Strego"?"

Uno strego non esiste, stavo per rispondere. Esistono solo le Streghe. Al massimo gli "Stregoni". Ma c'era qualcosa che non mi quadrava. Una bugia troppo grande si nascondeva in quel termine maschile, in quell'accrescitivo ingiusto. Un'aurea immeritata di magia e potenza protegge lo Stregone, mentre dietro alla parola Strega c'è solo bruttezza e malvagità. La strega uccide, lo stregone guarisce. Ecco come fin dalle favole ci imbattiamo ancora bambini in modelli culturali distorti e maschilisti. La verità, figlia mia, è che oggi ci sono e come gli Streghi. Anche troppi, cheporgono mele avvelenate alle loro donne. Che uccidono, loro dicono per amore, ma l'amore è vita, è libertà.

L'amore è accettare che le donne sono un dono che ci viene concesso, e che bisogna meritarsi.
E quando non si è all'altezza dell'amore bisogna arrendersi alla loro libertà di scegliere, di abbandonare, di cambiare, di salvarsi, di troncare, di non appartenere, di non essere possedute.Perchè alle donne dobbiamo noi stessi. Nel loro grembo risiede la culla della vita, e dal loro ventre si snoda il cordone ombelicale di tutti noi. Non c'è uomo che non debba la propria vita a questo filo di sangue e nutrimento che lo lega a una donna. Non c'è violenza, anche solo verbale, contro una donna, che non sia irriconoscente e delittuosa verso questo legame ancestrale. Dovrebbero lasciarcelo per sempre un pezzetto di cordone ombelicale, per ricordarci da dove ci viene data la vita, prima di osare pensare che dall'universo femminile qualcosa ci sia dovuto oltre il fatto di essere vivi.

E mi ritrovo a pensare che troppe vite di donne finiscono nel sangue, lo stesso sangue da cui la vita sgorga alla nascita. E mi manca il respiro. Ho fame d'aria, riemergo e mi aggrappo alla superficie del mare.

- Come va?

Mi chiede il mio istruttore.

"Potrebbe andare meglio", vorrei dire, ma ascolto il suo consiglio: pensa alle cose belle.

Penso a Matilde.

Penso che i nomi non nascano per caso. E tu porti un nome che significa "forza, potenza" e "lotta, battaglia". Fallo in nome di tutte le donne, Matilde, lotta con amore.

Io da uomo, prima che da padre, sarò sempre al tuo fianco. "



Andrea Melis

giovedì 23 gennaio 2014

CHI SALVA UN BAMBINO, SALVA IL MONDO INTERO



Oggi pomeriggio son stata ad un corso per DISOSTRUZIONE DELLE VIE AEREE e rianimazione in età pediatrica.
Conoscevo già il BLS e le tecniche di rianimazione cardio polmonare poichè lavoravo come Assistente di Volo, ma non le avevo mai guardate con lo sguardo di una mamma...

Durante la presentazione iniziale sono state mostrate molte lettere di madri, padri, nonni che hanno salvato la vita delle loro creature, una madre ha detto "ho ridato la vita a mia figlia per la seconda volta!". Che gioia! Estremamente commovente.
un'altra testimonianza di una mamma che invece non conosceva le manovre è stata terribile, suo figlio è morto davanti agli occhi suoi e di suo marito. E' stato toccante, non son stata capace di trattenere le lacrime.



Grazie di cuore a tutti i VOLONTARI che ogni giorno dedicano il loro tempo all'informazione, e contribuiscono a salvare tante vite!

Io dal canto mio proverò a fare la mia parte e aprirò loro la mia Associazione per diffondere il più possibile queste preziose informazioni. Appena avrò la data esatta dell'incontro vi farò sapere.
Non perdete l'occasione, "CHI SALVA UN BAMBINO, SALVA IL MONDO INTERO!" cit.